BISIGNANO
Attraversando a piedi
il centro storico, nei vicoli e percorrendo le gradinate del borgo cosentino,
assaporiamo profumi autentici, di pietanze preparate con prodotti appena
raccolti. L’accoglienza
degli abitanti del luogo, ti fa diventare parte integrante della loro comunità,
seppur per un tempo limitato, ciò coinvolge il turista sentendosi accolto e
porta lo stesso, ad interloquire con essi.
Questa
cittadina della valle del Crati ,conta poco più di 10.000 abitanti, numerosi
gli edifici religiosi e i centri culturali da visitare, infatti troviamo ben
quattro Musei.
Miei cari
lettori, Bisignano è un rinomato centro di grande artigianato, le mani sapienti dei bravi maestri realizzano dei
capolavori eccezionali in creta e in
legno.
L’arte della creta ,la lavorazione dei piatti, dei vasi
,delle pignatte costituisce un comparto interessante dell’economia del luogo.
Sin dal 1700
la famiglia De Bonis “Maestri Liutai”
è conosciuta in tutto il mondo, per gli strumenti musicali a corda, da loro
prodotti .Utilizzano legname pregiato, ed è incantevole ascoltare la melodia
dolce che fa vibrare l’anima del turista in ascolto.
Una tappa
fondamentale dunque nel quartiere della Giudecca!
Nella sua
lunga storia ,la Calabria è stata anche terra di Santi. Sono molteplici i
luoghi che i Santi calabresi hanno percorso, dove hanno vissuto e dove hanno
edificato le loro chiese e i loro conventi.
Il 19
maggio del 2002,segnò una data importante per Bisignano e la comunità
calabrese tutta. Papa Giovanni
Paolo II “ Il Grande Papa”, portò
agli onori degli altari il BEATO UMILE
DI BISIGNANO (1582/1637).
Fra Umile durante la sua vita terrena fu sempre
in ogni occasione vicino ai bisognosi, caritatevole e fu proprio ciò che lo
rese caro a tutti.
Vi racconto
un po’ la sua storia.
Nel 1582
,nacque a Bisignano Lucantonio Pirozzo, da una famiglia tanto semplice ma dal
cuore grande. Sin dalla sua fanciullezza amava pregare in ogni luogo e in ogni
situazione, con semplici pezzetti di legno costruiva le sue croci. Il sacerdote
del suo paese lo seguì nel suo cammino spirituale, da lì a breve Lucantonio
ricevette la chiamata dal Signore, ed entrò in convento.
Frate Umile dimostrò
sin da subito ai suoi confratelli il suo amore infinito per Dio. All’età di 28
anni prese i voti, scelse di essere l’ultimo dei frati e si dedicò ai lavori
più umili.
Non diventò
un sacerdote ma rimase un laico, si dedicò all’amore completo per Dio seguendo
le regole di San Francesco, immerso nella preghiera e nel silenzio. Le sue
frequenti estasi duravano parecchie ore, al suo risveglio raccontava ciò che
provava, gioia infinta e nello stesso tempo tanta tristezza. Il Beato Umile
piangeva molto ricordando la Passione del Signore e i suoi confratelli avevano
capito da subito, la Santa personalità del frate. La sua vita
fu molto travagliata, tantissime le tentazioni da parte del Maligno soprattutto
nella fase finale della sua malattia, lo sottopose a dolori atroci, ma il Beato
Umile non piegò mai il suo capo.
Il 26
novembre del 1637 terminò il suo viaggio
terreno.
Questa
è la Calabria che amo raccontare!!!