SARACENA….
Comune nel Parco Nazionale del Pollino
Quest’oggi ci
troviamo a 600 m.s.l.m, abbiamo davanti i nostri occhi una visuale eccezionale
sulla Piana di Sibari e lo splendido Mar Ionio. Un cumulo di case dall’aspetto
architettonico ”non uniforme”, da un lato l’abitazione sembra avere un unico piano, dall’altro ti accorgi che
sono tre , piuttosto curioso tutto ciò. Questo a mio parere dovuto al
dislivello della propaggine rocciosa su cui sono state edificate.
La storia di Saracena si fa risalire ad epoca normanna,
anche se alcuni storici, concordano sulla presenza in essa, di alcuni gruppi di
saraceni, da cui deriva il nome la Saracina.
Altri studiosi identificano il luogo come l’antica Sestio di epoca Enotra ,più volte menzionata da Strabone.
Durante il periodo
normanno , con Roberto il Guiscardo fu edificato il castello, nella parte più
alta della collina. Fu feudo dei Pallotta , del conte Filippo Sangineto signore
di Altomonte, passò poi successivamente ai Principi San Severino di Bisignano.
Passeggiando
nei vicoli ,nei sottopassi, nelle infinite gradinate vediamo ben quattro porte
urbiche che un tempo ,costituivano l’ingresso dell’abitato. Nel nostro percorso
visitiamo una Chiesa a me molto cara, venne consacrata in epoca greco-bizantina
e prende il nome di Santa Maria del
Gamio (chiesa antichissima) , l’ interno è in stile barocco,
numerose le opere preziose custodite in essa, particolare il soffitto ligneo a
cassettoni del 1600.Uscendo dalla Chiesa visitiamo il Museo di Arte Sacra custode del patrimonio storico- culturale della
comunità :argenterie, suppellettili, dipinti e paramenti sacri.
A poca
distanza raggiungiamo Palazzo
Mastromarchi ,al suo interno ospita una Pinacoteca oltre duecento le opere
pittoriche esposte. Nel mese di aprile di ogni anno, in alcune sale del palazzo
si organizza il Wine Festival dove si dà importanza assoluta
al Moscato di Saracena. Il moscato è
un vino passito di varie tipologie di uva autoctona, tramite bollitura del
mosto ,questo determina un alto tasso zuccherino del prodotto finale. Durante
questa importante manifestazione partecipano numerose aziende vinicole dei
Paesi del Pollino, con i vini da loro prodotti di grande qualità.
Dopo una
serie di attraversamenti di vicoli strettissimi ,raggiungiamo la Chiesa di San Leone (Santo Patrono), la grandissima devozione
verso questo Santo inizia nella prima metà del 1200.
Due sono
durante l’anno, le feste solenni dedicate a San Leone Vescovo una a febbraio,
l’altra ad agosto, senza ombra di dubbio la prima è molto suggestiva.
Una lunga
processione, si snoda per le strade del borgo, s’intonano i vari canti al
Santo, suggestiva la fiaccolata , si dispensa
vino durante tutto il tragitto.
In ogni
angolo del borgo si formano dei grandi falò,
si aprono le abitazioni agli ospiti che vengono da fuori , insieme ,
consumano salumi, formaggi locali e dell’ottimo vino ,il tutto allietato da
suoni ,canti e balli.
La chiesa di
San Leone è in stile romanico, divisa in tre navate, stile barocco frutto dei vari rimaneggiamenti
avvenuti nei secoli.
Dopo aver
visitato il centro storico vi consiglio di fare lunghe passeggiate nella
natura. Raggiungiamo i piani di Novacco
a 1300 metri circa ,avrete davanti i vostri occhi un panorama fiabesco. Una
vallata strepitosa a cui fanno da cornice delle enormi faggete dai colori caldi
in autunno, e di un verde intenso in primavera.
A Novacco si praticano
sci di fondo e ciaspolate sulla neve ,mentre
in primavera si praticano sport outdoor in Mountain Bike, trekking e a cavallo.